Ciò che abbiamo vissuto negli ultimi vent’anni ha dell’incredibile, giacché crisi così numerose e intense, forse, non si erano viste neanche negli ultimi due secoli.
Nutrendosi da queste crisi, ha preso forza un mostro fino a poco prima dormiente: lo spread! Questo mostro, con i suoi tentacoli, ha condizionato le economie e quindi le vite dei cittadini in Europa, come un terribile Kraken che stritola le sue prede e le porta nei fondali. Per combattere questo mostro è stato chiamato a guidare la BCE Mario Draghi, il cui mandato non si è rivelato davvero una passeggiata, trovandosi – infatti – ad affrontare problemi assolutamente nuovi.
Chi l’aveva preceduto non si era mai trovato di fronte a problemi analoghi. Prima di Draghi, infatti, era sufficiente alzare i tassi se l’inflazione saliva e abbassarli se scendeva. A Draghi si è chiesto di trovare soluzioni a problemi nuovi: Spread, Debito Sovrano e velocità delle economie europee molto diverse tra loro. Egli, ebbene, ha individuato immediatamente il virus da combattere: lo spread! Nel far questo, però, ha trovato forti ostacoli nei Paesi dell’Europa centrale, che traevano benefici dalla presenza dello spread, avendo accesso al credito a tassi più vantaggiosi e risultando, di conseguenza, più competitivi nei confronti dei Paesi dell’Europa meridionale. Le soluzioni a lui richieste, non senza una grande fatica, sono arrivate e Draghi, con determinazione, è riuscito nel suo intento. La frase che – dopo “alea iacta est” ed “eppur si muove” – passerà alla storia è “whatever it takes”, ad ogni costo.
Sì, pronunciando questa frase al mondo, Draghi si impegnava a difendere “ad ogni costo”, il debito pubblico dei Paesi europei dallo spread. Anche i Paesi che più lo osteggiavano hanno accettato, essendo palesi i molti vantaggi anche per loro. Paesi come Olanda, Germania e Austria, ad esempio, chiedendo in prestito cento euro alla BCE, ne avrebbero restituiti novantanove! Se poi avessero investiti i cento ricevuti in prestito in titoli di stato italiano, ne avrebbero riavuti indietro centodue. Chi avrebbe mai rinunciato a un affare del genere? Una vera e propria “bazza”!
L’ultima mossa del suo mandato ha permesso a tutti i Paesi Europei di indebitarsi a tassi ancora più bassi. Per molti i tassi erano già in negativo e i cento euro li avrebbero pagati ancora meno: novantotto euro!! Peccato, tuttavia, per loro (Olanda, Germania e Austria) che anche in tutti gli altri Paesi (Italia, Spagna e Grecia compresi) i tassi fossero diventati stabilmente negativi: non era più possibile un atteggiamento parassitario. E’ vero, infatti, che avrebbero pagato novantotto euro (i cento euro presi in prestito), ma ne avrebbero ottenuti (investendo cento euro) novantanove e mezzo con i bot o i titoli spagnoli e greci. Ha fatto capir loro che, se volevano speculare sulle sventure degli altri Paesi, avrebbero dovuto cercarli fuori dall’Europa. Con questa operazione, Draghi, ha ricacciato il mortifero Kraken, ovvero lo spread, negli abissi.
Speriamo che vi rimanga a lungo e che il suo successore faccia buona guardia.
E’ stata una battaglia epica. In quanto tale, per apprezzarne le gesta è necessario che passi tanto tempo.
Con Draghi e il suo mandato, anche le frecce all’arco della BCE per contrastare questa crisi, a mio avviso strutturale, sono finite. Spetta ora ai politici, smettendola di litigare e pensare solo al proprio orticello, attuare scelte fiscali comuni che stimolino una crescita economica importante. Ma questa è un’altra storia.
Sempre sia lodato San Mario Draghi!
Per il futuro però nutro forti dubbi sulle aspettative comuni delle politiche fiscali e mi preoccupa il fatto che le frecce siano finite o perlomeno quelle rimaste abbiano scarsa efficacia ormai.
L’unica speranza è che i politici si rendano conto di questo, ma finché l’orticello darà buoni frutti la vedo dura.
Ciao Nando, alla prossima!
Acute osservazioni, non certo alla portata di tutti, se non guidate con la tua metaforica semplicità